Giuseppe Ru | Donatella Cane

Giuseppe Ru
1872-1935
Un viucese intraprendente, in Polizia e in Croce Rossa

La famiglia Ru è originaria di Pugnetto (Mezzenile) da cui giunge a Viù Giacomo Ru, scalpellino, che nel 1807 sposa Maria Gritella. Rimasto vedovo, si risposa nel 1835 con Margherita Donadio dalla quale ha, tra gli altri, un figlio di nome Matteo.
Matteo (1842-1928) detto Maté Coch, sposa Giuseppina Coatto (1841-1922), da cui nascono due figli, Maggiorino (1869-1947), fabbro, ferramenta e pompiere volontario, e Giuseppe (1872-1935), il protagonista della nostra storia.
Nel 1891, oppure nel 1892, Giuseppe Ru si arruola nelle Guardie di Città.
Dal 1890, gli agenti della Polizia in uniforme non si chiamavano più Guardie di Pubblica Sicurezza, ma Guardie di Città. Questo provvedimento, stabilito dalla Legge 21 dicembre 1890, n. 7321, che regola il servizio e le attribuzioni per gli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza, faceva parte di una serie di disposizioni dell’allora ministro dell’interno Francesco Crispi. Crispi aveva voluto questa nuova denominazione, perché la giudicava più rispondente alla reale attività svolta dalla Polizia nelle città e non nelle campagne.
Dobbiamo addentrarci nella vita privata del nostro protagonista. Giuseppe Ru ha ben tre mogli.
La prima è Giustina Linetti (1878-1903), dalla quale nasce nel 1900 il figlio Alberto.
Dopo la morte della moglie, Ru si fidanza con una giovane compaesana, Maddalena Coatto (1885-1958) detta Deinina. Ci sono rimaste alcune lettere da lui inviate alla fidanzata Deinina, tra il 1903 e il 1904, relative al periodo trascorso a Roma per ottenere il grado di sottobrigadiere (vicebrigadiere).
Da queste attingiamo le notizie relative alla scuola da lui frequentata.
La Scuola del corpo delle Guardie di Città è stata istituita a Roma, alle dipendenze del Ministero dell’Interno con vari compiti addestrativi, tra cui “l’esperimento” (come recita il linguaggio burocratico dell’epoca) delle guardie scelte da promuovere a sottobrigadiere.
In una lettera datata Roma 1° ottobre 1903, Giuseppe Ru, Guardia Scelta di Città, fornisce questo suo indirizzo: Brigata Campo Marzio, Roma. Ru fa progetti per il futuro. Scrive che a 45 anni avrebbe diritto alla pensione (nel 1917), oppure potrebbe congedarsi con 15 anni di servizio, fra tre anni, ovvero nel 1906, con una piccola pensione.
A novembre scrive di sperare di essere presto chiamato agli esami per essere promosso al grado di sottobrigadiere. Naturalmente si augura di essere poi destinato a Torino.
In una lettera del 7 luglio 1904, racconta che il 9 giugno ha sostenuto gli esami scritti, ed è risultato 4° su 84 candidati. Così, fin dal 12 giugno, è “chiuso” per due mesi alla Scuola Allievi guardie, in via Garibaldi n. 3 a Roma. Sarà promosso oppure no, secondo i punti che riporterà alla fine agli orali. Alla Scuola, gli allievi fanno una vita “occupatissima”, che dura dalla mattina alle 5 fino alle 9 di sera. E con questo non si arriva a fare in tempo a imparare ciò che devono studiare, tanto che devono stare alzati di notte a studiare con la candela, per essere “al corrente” al mattino. Sarà così ancora per tutto luglio e per qualche giorno di agosto. Poi ci sarà l’esame per avere il grado. Lui spera bene.
Gli esami in realtà si svolgono già a fine luglio. Il 1° agosto 1904, Ru può scrivere in tono trionfante che li ha superati “con esito felicissimo”. Il 27 luglio, alla mattina, ha sostenuto l’esame di Piazza d’Armi e si è classificato “ottimo”. Il 29 luglio, dopo pranzo, ha superato l’esame orale con il punteggio di 48/60.
È stato promosso sottobrigadiere delle Guardie di Città, con data 1° agosto.
Dopo alcune lettere a carattere personale, l’11 gennaio 1905, Ru scrive di essere stato destinato a Torino e fornisce l’indirizzo di via Giannone n. 3, allora sede del Commissariato di P.S. Monviso.
Il 7 febbraio scrive di non potersi allontanare da Torino per recarsi a Viù perché trattenuto per motivi di servizio negli ultimi giorni di carnevale.
L’ultima lettera per noi interessante è del 10 aprile 1905. Ru scrive che dal 28 marzo, sempre col grado di sottobrigadiere, è stato posto al comando della brigata di Vanchiglia. Il suo ufficio è situato in via Giulia di Barolo, al n. 52.
Il Regolamento delle Guardie di Città (1892) prevede una strutturazione in Compagnie (comandate da un ufficiale delle Guardie di Città), in Brigate (al comando di un maresciallo o brigadiere) e Sottobrigate (comandate da un sottobrigadiere). Giuseppe Ru ha raggiunto il grado di sottobrigadiere, forse l’incarico in Vanchiglia prelude alla sua nomina a brigadiere.
Il borgo Vanchiglia di Torino gode all’epoca di una consolidata fama criminale. Ru non lo scrive, forse anche per non creare preoccupazioni alla fidanzata, e si limita a precisare che questo borgo di Vanchiglia “fa una popolazione tanto come 10 volte tutto il comune di Viù”.
A questo punto le lettere terminano.
Sappiamo, da altre fonti, che la relazione con Deinina si rompe, tanto che Ru sposa Teresa Merlo (1861-1912), di famiglia proveniente dall’Argentina. La data del matrimonio non ci è nota, può essere collocata fra il 1905 e il 1911. Sempre in questo periodo, che conosciamo poco per mancanza di documenti, Ru si congeda dalla Polizia, forse nel 1906, come aveva progettato nella sua lettera del 1° ottobre 1903. Diventa titolare di un negozio di cancelleria e giornali a Viù, che all’inizio del Novecento è ancora una località turistica di gran moda e può offrire proficui introiti ad un imprenditore intraprendente.
Nel 1911, Ru milita nella Croce Rossa e partecipa alla guerra di Libia. Di questo periodo ci rimangono la sua foto in uniforme grigioverde e due cartoline turistiche di Viù che la moglie Teresa gli invia, a questo indirizzo:

A Ru Giuseppe Furiere Maggiore
Ospedale da Guerra n. 31 Croce Rossa
Corpo di Spedizione
Tripoli di Barberia

Queste cartoline facevano parte di una serie di vedute suggestive di Viù che il marito, ricco di iniziativa, aveva fatto stampare come editore.
Rimasto vedovo una seconda volta nel 1912, Ru sposa Maddalena Coatto, Deinina, la fidanzata del periodo romano. Dal loro matrimonio nasce un figlio, Giuseppe.
Malgrado le tre mogli e i due figli maschi, oggi a Viù non si hanno più notizie dei discendenti di questo ramo della famiglia Ru.

Giuseppe Ru in abito borghese: foto eseguita nel periodo trascorso a Roma tra il 1903 e il 1904.

Giuseppe Ru in abito borghese: foto eseguita nel periodo trascorso a Roma tra il 1903 e il 1904.

Giuseppe Ru in uniforme di Guardia di Città: foto eseguita nel periodo trascorso a Roma tra il 1903 e il 1904.

Giuseppe Ru in uniforme di Guardia di Città: foto eseguita nel periodo trascorso a Roma tra il 1903 e il 1904.

Giuseppe Ru in uniforme grigioverde della Croce Rossa.

Giuseppe Ru in uniforme grigioverde della Croce Rossa.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Fronte e retro delle due cartoline di Viù inviate dalla moglie Teresa al marito in Libia.

Giuseppe Ru, presumibilmente ritratto con la moglie Teresa Merlo.

Giuseppe Ru, presumibilmente ritratto con la moglie Teresa Merlo.

Giuseppe Ru, in uniforme della Croce Rossa, forse ritratto con il figlio Alberto, in uniforme da marinaio.

Giuseppe Ru, in uniforme della Croce Rossa, forse ritratto con il figlio Alberto, in uniforme da marinaio.

Uniformi delle Guardie di Città. Dal 1898 l’uniforme, completamente variata rispetto a quella precedente, era divenuta di colore nero con filettature bleu.

Uniformi delle Guardie di Città. Dal 1898 l’uniforme, completamente variata rispetto a quella precedente, era divenuta di colore nero con filettature bleu.

Uniformi delle Guardie di Città. Dal 1898 l’uniforme, completamente variata rispetto a quella precedente, era divenuta di colore nero con filettature bleu.

Uniformi delle Guardie di Città. Dal 1898 l’uniforme, completamente variata rispetto a quella precedente, era divenuta di colore nero con filettature bleu.

Uniformi delle Guardie di Città. Dal 1898 l’uniforme, completamente variata rispetto a quella precedente, era divenuta di colore nero con filettature bleu.

Uniformi delle Guardie di Città. Dal 1898 l’uniforme, completamente variata rispetto a quella precedente, era divenuta di colore nero con filettature bleu.

Scuola di canto viuccese.

Scuola di canto viuccese.

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